Così funziona la proteina che causa una rara forma di leucodistrofia.

L’«iccina» è stata identificata da ricercatori dell’Istituto Gaslini di Genova, assieme a colleghi americani e tedeschi. La scoperta pubblicata su «Nature Cell Biology»

I ricercatori dell’Istituto Gaslini di Genova, in collaborazione con la Yale University negli Stati Uniti e l’Istituto Max Planck in Germania, hanno scoperto la funzione di una proteina che causa una rara forma di leucodistrofia, una famiglia di malattie (sono alcune centinaia) caratterizzate dalla progressiva perdita di abilità psicologiche, motorie e cognitive. La scoperta è interessante perché potrebbe aprire nuove prospettive di terapia non solo in forme genetiche di leucodistrofie, ma anche in altre gravi patologie quali la sclerosi multipla. La ricerca è stata pubblicata il 16 novembre sulla prestigiosa rivista Nature Cell Biology.

Attacco alla mielina della sostanza biancaLa sostanza bianca cerebrale, chiamata così a causa del colore bianco dei grassi e proteine della mielina che provvede all’isolamento degli assoni, si trova nello strato interno della corteccia del cervello, i nervi ottici, il tronco encefalico e sulla parte esterna del midollo spinale. La leucodistrofia, nelle sue diverse varianti, si sviluppa quando la composizione della mielina (fatta di grassi, proteine e glucidi) è alterata: la materia bianca non trasmette correttamente gli stimoli nervosi. Ricercatori americani e tedeschi, guidati dai professori Pietro De Camilli - uno dei “cervelli in fuga” italiani - e Karin Reinisch della Yale University e Mikael Simons del tedesco Istituto Max Planck - Università di Goettingen, hanno studiato in collaborazione con l’Unità di Neurologia Pediatrica dell’Istituto Gaslini, diretta dal professor Carlo Minetti (e con la partecipazione dei dottori Elisabetta Gazzerro e Federico Zara), la funzione di una proteina che causa una rara forma di Leucodistrofia scoperta al Gaslini di Genova, e definita malattia ereditaria con Ipomielinizzazione e Cataratta Congenita.


Nuove prospettive di curaÈ stato scoperto che questa proteina, identificata nei laboratori del Gaslini e codificata dal gene FAM126A, chiamata «iccina», fa parte di un complesso enzimatico che produce un lipide essenziale per la formazione della guaina mielinica, che è la componente chiave della sostanza bianca cerebrale. Attraverso una collaborazione internazionale di altissimo livello che ha visto partecipare per l’Italia l’Istituto Gaslini, sono state analizzate le cellule di pazienti affetti dalla malattia e si è scoperto che mutazioni FAM126A risultano nella destabilizzazione di questo complesso enzimatico e, quindi, in un difetto della sua funzione. Lo scopo principale della mielina è di circondare e proteggere gli assoni dei neuroni in tutto il sistema nervoso.

Nella condizione descritta ma anche in altre patologie come la sclerosi multipla, il decorso della malattia è fortemente dipendente dalla rigenerazione di guaina mielinica dopo gli attacchi del sistema immunitario che la distrugge, che possono eventualmente determinare la degenerazione neuronale. I ricercatori ipotizzano che il lipide che l’«iccina» contribuisce a generare possa essere una molecola chiave nella produzione della guaina mielinica sia durante il normale sviluppo del sistema nervoso che durante la rigenerazione della mielina anche in pazienti con sclerosi multipla. Questi risultati potrebbero aprire nuove prospettive di terapia non solo in forme genetiche di leucodistrofie, ma anche in altre gravi patologie quali la sclerosi multipla.

di Ruggiero Corcella

 

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Autore: Euroacustica S.r.l. - DOTT. Carmelo Testa